Il calcio, come la storia, ama ripetersi. Lo fa negli avvenimenti e nelle
idee, dei singoli o del gruppo.
1971, Rinus (da Marinus) Michels lascia l'Ajax. Ha appena vinto una Coppa
dei Campioni, l'unica che vincerà, eppure sarà applaudito come l'allenatore del
secolo, grande maestro di calcio, e lo è stato, ma ha vinto meno Coppe dei Campioni
di Josè Mourinho che tutto è tranne che un maestro.
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| Stefan Kovacs (1920-1995) |
Stefan Kovacs arriva ad Amsterdam tra molti dubbi e scetticismo, perché
l'imponente figura di Michels sembrava difficilmente sostituibile, per di più
dopo la vittoria europea.
Al primo allenamento olandese, dai giocatori gli viene chiesto cosa ne pensasse della lunghezza dei loro capelli, Kovacs risponde che è un allenatore e non un barbiere.
Ai calciatori risulta graditissimo, ritiro con donne al seguito e
allenamenti meno pressanti, lasciando alla fantasia ed all'inventiva dei
singoli uno spazio più ampio, decide di legare il calcio totale a posizioni più
definite, al fine di protrarre la tenuta atletica dei calciatori durante la
partita, tutto completato da una conoscenza psicologica profonda di ogni
elemento della squadra.
Gerrie Muhren dirà che “Kovacs era un buon allenatore, ma troppo buono. Michels era più professionale, molto rigoroso, manteneva tutti allo stesso livello. Il primo anno con Kovacs abbiamo giocato meglio perché c'erano buoni giocatori a cui ha dato maggior libertà, ma poi la disciplina è svanita e non avevamo più lo stesso spirito. Avremmo potuto rimanere campioni d'Europa per molto tempo se fossimo rimasti un gruppo”. Mentre Johnny Rep insiste che “i giocatori non ne potevano più della durezza e della disciplina di Michels”.
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| l'Ajax in allenamento guidato da Stefan Kovacs |
Gerrie Muhren dirà che “Kovacs era un buon allenatore, ma troppo buono. Michels era più professionale, molto rigoroso, manteneva tutti allo stesso livello. Il primo anno con Kovacs abbiamo giocato meglio perché c'erano buoni giocatori a cui ha dato maggior libertà, ma poi la disciplina è svanita e non avevamo più lo stesso spirito. Avremmo potuto rimanere campioni d'Europa per molto tempo se fossimo rimasti un gruppo”. Mentre Johnny Rep insiste che “i giocatori non ne potevano più della durezza e della disciplina di Michels”.
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| Kovacs con Crujiff |
La stessa squadra, Cruijff in testa, prese le difese dell'allenatore davanti alla società, e Kovacs rimase.
C'è un aneddoto che vorrei riportare: prima di una partita Cruijff si stava lamentando del male ad una gamba, Kovacs prese mille fiorini e li strofinò sul ginocchio, Cruijff sorrise e disse che si sentiva meglio. Giocò senza lamentarsi.
Andiamo alla partita, 1972, Coppa Intercontinentale ad Amsterdam, Ajax contro Indipendiente, ventidue giorni prima avevano giocato ad Avellaneda ed il risultato era stato di uno ad uno, si decideva tutto in Olanda.
Gli argentini erano guidati da Pedro Dellacha, un difensore attentissimo,
vecchia maniera (soprannominato Don Pedro del Area) che si era ritirato da
calciatore nel 1965, lo stesso uomo che morirà dimenticato in un ospedale
geriatrico nel 2010, ormai demente. Da allenatore vincerà due coppe Libertadores,
un campionato argentino, uno uruguagio ed uno colombiano. I movimenti difensivi
li conosceva a menadito.
L'Ajax, la squadra che mi interessa, entrò in campo con Stuy (1) tra i
pali, in difesa (da destra verso sinistra) Suurbier (3), Hulshoff (13),
Blankenburg (12) e Krol (5), mentre a centrocampo si alternavano nelle
posizioni Haan (15), Neeskens (7) e Muhren (9), in attacco avevano largo a
destra Swart (8, piede destro), al centro Cruijff (14) e a sinistra capitan Keizer
(11, piede sinistro). Un 433.
Il primo concetto tattico offensivo di Kovacs risale al Sistema, come
quello del grande Torino e della grande Ungheria, l'utilizzo delle mezzeali per
segnare; del resto, tra sistema e metodo cambia qualcosa nell'altezza della
difesa, e la differenza tra metodo e 433 è poco di più di due segni sulla carta
(ovviamente esagero!).
Swart e Keizer stanno larghi, tenendo aperta la difesa, Cruijff a svariare
e, a turno, si infilano Haan, Neeskens e Muhren (talvolta anche qualche difensore)
per tirare e segnare, anche a coppia.
Dellacha non trova di meglio che stringere la difesa sul centrocampo,
Kovacs ci mette un po' per capire, poi fa uscire Swart per Rep (16), lo tiene
largo a destra, mentre a sinistra sposta Cruijff, e Keizer, invece, sul
centrocampo-trequarti. L'Ajax tiene palla a centrocampo per farla poi filtrare
per le due nuove ali, le più veloci che si potesse permettere.
Qual è il concetto strategico di Kovacs all'inizio della partita?
Il Rumeno decide di allargare il più possibile le maglie avversarie (con le
due ali) e di farvi penetrare i suoi centrocampisti, o, in seconda istanza, i
propri difensori. Cruijff va a svariare su tutto l'attacco.
Il risultato non lo dico. Buona visione.
Stefan Kovacs rimase in Olanda fino al 1973 ed è morto in Transilvania il
12 maggio 1995, dopo aver vinto 2 campionati olandesi, 1 campionato rumeno, 3
coppe nazionali rumene, 1 olandese, 1 greca, 1 Coppa delle Alpi, 2 Coppe dei
Campioni, 1 Supercoppa UEFA, 1 coppa Intercontinentale.
Un maestro di calcio.
►adelmoparis◄




Veramente interessante.molto bravo.
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